Nuova Direttiva Omnibus: scopri se riguarda il tuo ecommerce e come adeguarsi
C’è una nuova scadenza per gli ecommerce B2C: il 28 maggio 2022 è arrivata in Italia la direttiva Ominibus, e ora è tempo di adeguarsi.
Di cosa si tratta? È una Direttiva dell’UE che mira a rafforzare i diritti dei consumatori con l’applicazione di maggiore trasparenza sui prezzi.
Se sei un merchant online ti starai domandando cosa comporta la normativa per il tuo caso specifico. Vediamo quindi in dettaglio tutte le implicazioni previste e in che modo influiscono su chi gestisce un ecommerce.
Le implicazioni della normativa
• Sconti e promozioni: devono essere trasparenti e informare non solo del prezzo scontato o della percentuale di sconto, ma anche del prezzo più basso applicato al prodotto negli ultimi 30 giorni – questo per evitare ai retailer di gonfiare i prezzi in modo fittizio subito prima di attivare una promozione;
• Informazioni sul venditore: dovranno essere chiare ed estese, i clienti devono sapere da chi stanno effettivamente acquistando – es. i consumatori devono essere informati qualora un prodotto o servizio sia fornito da un soggetto privato;
• Recensioni: i feedback dei clienti dovranno essere autentici – i merchant online dovranno adottare procedure a garanzia del fatto che le recensioni provengano da consumatori reali;
• Personalizzazione dei prezzi: gli utenti dovranno sapere se la piattaforma online utilizza algoritmi automatizzati per personalizzare i prezzi basandosi su profili dei consumatori;
Come capire se è necessario adeguarsi?
La maggior parte delle aziende è verosimilmente già in linea con la direttiva, si tratta soprattutto di aumentare il livello di trasparenza sulle proprie iniziative commerciali. L’intervento della Commissione Europea si è reso necessario per normare iniziative borderline come i pop-up che annunciano la vincita di un “premio gratuito”, falsi timer per il conto alla rovescia per un’offerta speciale o la fatturazione automatica senza preavviso dopo una prova gratuita. Sono questi gli espedienti manipolativi che degradano l’esperienza dell’utente online e che fino ad ora non erano sanzionabili.

Cosa rischia chi non si adegua alla direttiva?
Non è una norma da prendere alla leggera. Chi non sarà conforme potrà essere sanzionato con una multa fino al 4% del fatturato annuo della società nello Stato membro (o negli stati membri interessati) in cui si è verificata la violazione, o di 2 milioni di euro nei casi in cui non siano disponibili informazioni sul fatturato.
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