Sebbene Magento 2 sia stato rilasciato già dalla fine del 2015, molti utenti Magento 1 non hanno ancora avviato un piano di migrazione verso la nuova piattaforma (o un’alternativa ad essa).
Molti merchant, infatti, hanno interpretato questa release come un semplice aggiornamento e hanno quindi sottovalutato le criticità che emergeranno a causa dell’obsolescenza del proprio ecommerce.
Innanzitutto, quindi, chiariamo questo punto: Magento 2 è una nuova piattaforma, completamente diversa da Magento 1 e, in quanto tale, richiede un piano di migrazione puntuale e strutturato.
Termine del supporto Magento 1: Giugno 2020.
La migrazione a Magento 2, ad oggi non è più solo raccomandabile, ma diventa un passaggio necessario: a Giugno 2020, infatti, avrà termine il supporto garantito per tutte le piattaforme Magento 1.
Cosa significa?
In assenza del supporto ufficiale, tutto l’ecosistema Magento (dal core della piattaforma ai moduli e plugin di terze parti installati, ai temi front-end, ai gateway di pagamento, alle patch di sicurezza ecc.) mancherà degli aggiornamenti necessari per fronteggiare le mutevoli necessità di sicurezza, performance e customer experience.
Quali sono le conseguenze?
Con il mancato supporto dalla casa madre, l’attenzione degli sviluppatori Magento (ufficiali e non) si concentrerà verso le estensioni dedicate alla nuova versione: ciò significa che anche lo sviluppo e il supporto di tutte le componenti funzionali (moduli e plugin) di Magento 1 verranno meno.
Gli utenti Magento 1 che tarderanno nella migrazione di piattaforma, inizieranno quindi a rilevare diversi sintomi di obsolescenza dei propri ecommerce, tra cui:
1. Problemi di sicurezza:
senza il costante aggiornamento delle patch di sicurezza, gli ecommerce Magento 1 saranno più esposti agli attacchi esterni, con il conseguente rischio per i dati dei clienti salvati in piattaforma.
2. Calo delle performance:
i siti non aggiornati, non potranno più stare al passo con le specifiche richieste dai sistemi di terze parti, dai nuovi device, dagli aggiornamenti delle guide linea di Google per un buon ranking e dalle nuove specifiche delle reti mobili.
3. Calo delle conversioni:
a una scarsa performance del sito web conseguirà un calo delle conversioni: pensiamo solo al danno che potrebbe portare nella fase di checkout, dove l’utente potrebbe trovarsi a dover completare l’acquisto nel doppio del tempo.
4. Elevati costi di manutenzione:
chi deciderà di rimanere sulla strada di Magento 1, si troverà a dover affrontare continui interventi di manutenzione senza poter usufruire dei continui aggiornamenti che verranno erogati invece per Magento 2.
Guida al cambiamento, passo dopo passo
La migrazione a Magento 2 è senza dubbio un intervento significativo per il quale è indispensabile formulare una strategia e un piano di azione efficaci nell’ottica di non perdere vendite e risorse.
E occhio ai tempi: la migrazione potrebbe richiedere tra i 3 e i 7 mesi! L’effort necessario, infatti, aumenta notevolmente in base alle caratteristiche dell’ ecommerce: il numero di store, la complessità del catalogo, la personalizzazione dell’esperienza e le integrazioni con i sistemi aziendali vigenti.
Prima e durante la migrazione, vanno considerati tantissimi fattori, tra cui:
– la migrazione dei settaggi dei database:
processo necessario per migrare tutti i dati dei prodotti e dei clienti in sicurezza;
– le integrazioni di terze parti che stai utilizzando:
saranno compatibili con la nuova piattaforma Magento 2?
– l’integrazione con i gestionali aziendali;
– la programmazione della migrazione:
il processo potrebbe infatti impattare sulle performance dell’ecommerce online; per questo, si consiglia di programmare la migrazione in un periodo in cui il carico di utenti non è all’apice (evitando il periodo dei saldi);
– SEO ranking:
durante la migrazione moltissimi url potrebbero cambiare; per questo il partner che seguirà il lavoro deve necessariamente avere competenze SEO necessarie a risolvere tutti i problemi di redirect.
Un’occasione per rinnovare il proprio ecommerce
La necessità di migrazione può essere anche un’occasione per rivedere la struttura del proprio ecommerce anche a livello organizzativo, con lo scopo di ridurre tempi e costi ottimizzando le vendite e snellendo il workflow dei team coinvolti nella gestione degli store.
Le possibilità sono diverse: ottimizzare la struttura del catalogo per rispondere alle necessità degli utenti nonché alle best practice SEO; rivalutare il proprio modello di business e la sua effettiva validità nei mercati di vendita; l’implementazione di nuovi tool (OMS, DAM, PIM) in grado di raccogliere e gestire tutte le informazioni del tuo ecommerce in maniera unificate e agile.